sabato 1 novembre 2008

DIRITTO DI PARTECIPAZIONE

Non è facile per i cittadini di un comune partecipare alla vita amministrativa del proprio territorio.
Pensiamo, ad esempio, alla materia urbanistica. Disciplina interessante ma complicatissima per i non addetti ai lavori. Idem per la scienza contabile e di bilancio.
D’altro canto, il diritto di partecipazione è, di norma, riconosciuto negli statuti, ma, viene garantito con molta difficoltà.
C’è, dunque, da lavorare, e molto, per sollecitare e aiutare gli abitanti della città, a partecipare alla progettazione del futuro del luogo dove vivono, non limitandosi ad ascoltare passivamente il racconto dai suoi autori, ma intervenendo attivamente fin dalle fasi iniziali: al momento della definizione degli obiettivi, dell’individuazione dei problemi, della scelta tre le diverse soluzioni possibili.
La nascita dei comitati spontanei di quartiere e di frazione, formalmente riconosciuti dall’art. 28 del nostro statuto comunale che, prevede forme di consultazione periodica e predisposizione di strutture atte a garantire il decentramento informativo e dei servizi, manifesta un certo interesse e dinamismo nella nostra comunità. Un fenomeno importante, da non sottovalutare, che va valorizzato, così come previsto dalla nostra carta fondamentale.
Normalmente i comitati nascono per esprimere bisogni ed esigenze non soddisfatti o rivendicazioni di tutela degli interessi collettivi.
Il rapporto tra amministratori e comitati è spesso conflittuale. E’ virtuoso passare da una dinamica conflittuale ad un’altra negoziale.
Non entro nel merito delle richieste che mi sembrano meritevoli di ascolto e di maggiore difesa.
Sarà una pagina nuova ancora da scrivere!

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