ATTACCARE IL LAVORO PUBBLICO PER SMONTARE LO STATO SOCIALE
Mercoledì 25 giugno 2008 è stato pubblicato sulla G.U. il Decreto Legge n. 112, il c.d. “Decreto Tremonti”. Essendo un decreto–legge è immediatamente esecutivo, e dovrà essere convertito in legge entro il 25 agosto, pena decadenza.
Questo decreto legge:
Prevede il taglio delle retribuzioni nel Pubblico Impiego;
Peggiora le tutele dei lavoratori in caso di malattia imponendo un trattamento diversificato rispetto a quello vigente per i lavoratori nel settore privato;
Nega il diritto ad un contratto nazionale che recuperi la perdita del potere d'acquisto delle retribuzioni;
Riduce le risorse economiche per la contrattazione integrativa;
Peggiora le condizioni di lavoro con il sostanziale blocco delle assunzioni in tutto il Pubblico Impiego;
Cancella il diritto al part-time;
Questi provvedimenti, oltre ad essere in alcuni casi palesemente in contrasto con gli articoli 3 e 32 della nostra Costituzione, umiliano la nostra dignità di lavoratori gettando preoccupanti ombre sul nostro futuro e su quello delle nostre famiglie.
CARO CITTADINO
Il lavoratore pubblico non è un marziano o un nullafacente, come lo descrive qualche politico sprecone o qualche manager o professore strapagato da 300mila euro all’anno.
Lavoratore pubblico è l’infermiere, il poliziotto, il medico di pronto soccorso, l’insegnante, l’impiegato di call center che ti spiega i misteri delle tasse, quello che assiste l’anziano nella vita di tutti i giorni, o ti permette di passare il tempo libero in biblioteca o in piscina a costi accettabili. Si tratta di servizi che il Settore Privato non offre, o farebbe pagare con ben altre tariffe, tali da renderli privilegi per pochi. Non è colpa del dipendente pubblico se mancano Case di Riposo, Ospedali, Asili nido, o se le scelte della Politica non vanno incontro alle reali necessità di vita di tutti i cittadini; queste responsabilità vanno cercate altrove, senza prendersela con chi guadagna circa 1000 euro al mese, senza 14esima, anticipo sul TFR, e che come voi aspetta per anni il rinnovo del contratto scaduto e riceve arretrati falcidiati dalle trattenute e dall’inflazione reale, sempre maggiore rispetto a quella prevista dal Governo.
Noi pubblici dipendenti siamo lavoratori e cittadini al pari degli altri, e portiamo avanti servizi fondamentali per il vivere civile tutelando diritti di tutta la cittadinanza come la sicurezza, l'istruzione, l'assistenza e la salute. Siamo cittadini come tutti che hanno una famiglia, un mutuo o un affitto da pagare, dei figli da crescere e da far studiare e che vivendo dello stipendio guadagnato con il nostro lavoro fatichiamo ad arrivare alla quarta settimana.
Oggi 11 luglio 2008 siamo in piazza per chiedere che il Decreto Tremonti
NON VENGA CONVERTITO IN LEGGE
Il Governo sostiene di voler migliorare i servizi ma in realtà vuole attaccare il settore pubblico per poi tagliare questi servizi, senza toccare quelle che sono le vere fonti di spreco del danaro pubblico. E’ un provvedimento che impedisce nuove assunzioni, taglia retribuzioni già ridotte all’osso, modifica e vanifica la disciplina, anche sanzionatoria, sull’orario di lavoro ed il riposo giornaliero costringendo gli operatori a turni massacranti e pericolosi per gli utenti, attacca la famiglia negando il part time e discriminando il dipendente pubblico malato con una disciplina che viola la parità di trattamento tra il dipendente pubblico e quello privato.
Si tratta in realtà dell’ennesimo tentativo di precarizzare anche il lavoro pubblico e privatizzare il welfare.
L’ATTACCO AL LAVORO PUBBLICO DANNEGGIA ANCHE TE.
DICIAMOGLI DI SMETTERE.
I LAVORATORI E LE RSU DELL’ENTE COMUNE DI TORINO
Mercoledì 25 giugno 2008 è stato pubblicato sulla G.U. il Decreto Legge n. 112, il c.d. “Decreto Tremonti”. Essendo un decreto–legge è immediatamente esecutivo, e dovrà essere convertito in legge entro il 25 agosto, pena decadenza.
Questo decreto legge:
Prevede il taglio delle retribuzioni nel Pubblico Impiego;
Peggiora le tutele dei lavoratori in caso di malattia imponendo un trattamento diversificato rispetto a quello vigente per i lavoratori nel settore privato;
Nega il diritto ad un contratto nazionale che recuperi la perdita del potere d'acquisto delle retribuzioni;
Riduce le risorse economiche per la contrattazione integrativa;
Peggiora le condizioni di lavoro con il sostanziale blocco delle assunzioni in tutto il Pubblico Impiego;
Cancella il diritto al part-time;
Questi provvedimenti, oltre ad essere in alcuni casi palesemente in contrasto con gli articoli 3 e 32 della nostra Costituzione, umiliano la nostra dignità di lavoratori gettando preoccupanti ombre sul nostro futuro e su quello delle nostre famiglie.
CARO CITTADINO
Il lavoratore pubblico non è un marziano o un nullafacente, come lo descrive qualche politico sprecone o qualche manager o professore strapagato da 300mila euro all’anno.
Lavoratore pubblico è l’infermiere, il poliziotto, il medico di pronto soccorso, l’insegnante, l’impiegato di call center che ti spiega i misteri delle tasse, quello che assiste l’anziano nella vita di tutti i giorni, o ti permette di passare il tempo libero in biblioteca o in piscina a costi accettabili. Si tratta di servizi che il Settore Privato non offre, o farebbe pagare con ben altre tariffe, tali da renderli privilegi per pochi. Non è colpa del dipendente pubblico se mancano Case di Riposo, Ospedali, Asili nido, o se le scelte della Politica non vanno incontro alle reali necessità di vita di tutti i cittadini; queste responsabilità vanno cercate altrove, senza prendersela con chi guadagna circa 1000 euro al mese, senza 14esima, anticipo sul TFR, e che come voi aspetta per anni il rinnovo del contratto scaduto e riceve arretrati falcidiati dalle trattenute e dall’inflazione reale, sempre maggiore rispetto a quella prevista dal Governo.
Noi pubblici dipendenti siamo lavoratori e cittadini al pari degli altri, e portiamo avanti servizi fondamentali per il vivere civile tutelando diritti di tutta la cittadinanza come la sicurezza, l'istruzione, l'assistenza e la salute. Siamo cittadini come tutti che hanno una famiglia, un mutuo o un affitto da pagare, dei figli da crescere e da far studiare e che vivendo dello stipendio guadagnato con il nostro lavoro fatichiamo ad arrivare alla quarta settimana.
Oggi 11 luglio 2008 siamo in piazza per chiedere che il Decreto Tremonti
NON VENGA CONVERTITO IN LEGGE
Il Governo sostiene di voler migliorare i servizi ma in realtà vuole attaccare il settore pubblico per poi tagliare questi servizi, senza toccare quelle che sono le vere fonti di spreco del danaro pubblico. E’ un provvedimento che impedisce nuove assunzioni, taglia retribuzioni già ridotte all’osso, modifica e vanifica la disciplina, anche sanzionatoria, sull’orario di lavoro ed il riposo giornaliero costringendo gli operatori a turni massacranti e pericolosi per gli utenti, attacca la famiglia negando il part time e discriminando il dipendente pubblico malato con una disciplina che viola la parità di trattamento tra il dipendente pubblico e quello privato.
Si tratta in realtà dell’ennesimo tentativo di precarizzare anche il lavoro pubblico e privatizzare il welfare.
L’ATTACCO AL LAVORO PUBBLICO DANNEGGIA ANCHE TE.
DICIAMOGLI DI SMETTERE.
I LAVORATORI E LE RSU DELL’ENTE COMUNE DI TORINO
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