MAURIZIO TROPEANO
TORINO
Nove parole potrebbero portare ad un conflitto sull’energia nucleare tra la Regione e il governo nazionale. Quelle nove parole, infatti, costituiscono il cuore di una proposta di legge di iniziativa popolare con cui 8520 piemontesi chiedono di modificare la legge regionale di pianificazione nel campo energetico-ambientale introducendo il principio esplicito dell’«esclusione della produzione di energia da fonte nucleare». Tra di loro anche personaggi del mondo dello spettacolo come Luciana Littizzetto e Lella Costa e il padre di Slow Food, Carlo Petrini. La proposta di legge è stata presentate nei giorni scorsi a Palazzo Lascaris dai rappresentanti dell’associazione ecologista per la sostenibilità di Pinerolo. Le firme autenticate sono state raccolte in quattro mesi e adesso saranno sottoposte al vaglio di legittimità di un’apposita commissione. Dopo il via libera, a norma di Statuto, il Consiglio regionale avrà 60 giorni di tempo per votare la proposta di legge. E la presidente della Giunta, Mercedes Bresso, si dice pronta a «dare il suo sì». Un sì che vale come segnale politico «perché la Regione può opporsi ad una decisione del governo ma non legiferare in materia». La speranza dei promotori è «che la maggioranza dei consiglieri segua la strada indicata dalla presidente in modo da costringere il governo ad intervenire e ad impugnare la legge», spiega l’ex consigliere provinciale dei verdi Ferdinando Giarrusso. Per questo motivo il comitato promotore lancia un «appello a tutti i consiglieri regionali perché appoggino concretamente questa proposta che può servire ad aprire una discussione politica nazionale», spiega ancora Giarrusso. Nelle intenzioni dell’associazione ambientalista la proposta di legge di iniziativa popolare dovrebbe servire ad appoggiare la linea della giunta Bresso contraria al nucleare e favorevole alle energie rinnovabili. In effetti la «zarina» non ha nascosto la sua contrarietà al piano nucleare del governo Berlusconi. Lo ha fatto un anno fa quando Palazzo Chigi ha rilanciato quel modello energetico e lo ha fatto pochi giorni orsono quando sono state pubblicate alcune indiscrezioni sui possibili siti delle nuove centrali. In Piemonte si ipotizzava il novarese. Voci poi smentite anche se la Bresso è decisa a portare avanti con decisione «la volontà di opporci in ogni modo». Ecco allora che la presidente annuncia in un’intervista che «appena scopro che area hanno scelto da Roma ci metto un vincolo agricolo o quant’altro. E poi vediamo chi la spunta».La Regione, sotto la guida della Bresso, insomma è pronta ad arrivare al «conflitto istituzionale con il Governo a cui spetta la decisione finale» anche se la «zarina» da sempre ripete di non essere contraria al nucleare in assoluto ma «solo a questo nucleare perché è inutile e costoso oltre che pericoloso. Sono invece favorevole alla ricerca per trovare altre forme di energia nucleare meno a rischio e più convenienti». Posizioni duramente attaccate dal centrodestra. Angelo Burzi, capogruppo di Forza Italia, spiega: «Ovviamente voteremo contro questa proposta di legge. Noi siamo coerenti anche se non so quando si potrà discutere di questa proposta. Spero presto perché così potremmo vedere che cosa farà il centrosinistra soprattutto se il Pd seguirà le posizioni contrarie al nucleare della Bresso».
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