martedì 10 giugno 2008

Banche: che passione!

Al giorno d’oggi il cittadino comune ha poco contatto con i soldi contanti, infatti la vita quotidiana è caratterizzata dall’utilizzo in varia misura di Carte Elettroniche di diverso tipo.
Si apre un conto corrente, con una qualsiasi banca, su cui versare lo stipendio (o la pensione, o altri tipi di introiti) e si ricevono carte bancomat o carte di credito con cui fare i vari acquisti o pagare le bollette.
Diventa sempre meno frequente l’utilizzo di denaro contante ed il cittadino è sempre più legato alle banche perché utilizza dei “soldi virtuali”, se questo sia un bene o un male non saprei, ma ciò che mi preme sottolineare è un altro aspetto del rapporto tra l’utente e la banca con cui ha instaurato un rapporto e che offre i servizi sopra descritti, e cioè la qualità del rapporto stesso.
Se sono un ricco uomo d’affari e nuovo delle grandi cifre di denaro la banca dimostra un certo interesse nei miei confronti perché sul mio capitale depositato le operazioni che potrà fare porteranno dei cospicui profitti, ecco quindi che il rapporto diventa interessante (ed interessato) per la banca, ma se sono un semplice operaio o un pensionato ed il mio conto in banca è caratterizzato da movimenti di denaro piccoli ecco che il rapporto cambia o meglio non vi è rapporto.
Che il rapporto in quest’ultimo caso sia inesistente o quasi lo dimostra il fatto che se analizziamo il termine rapporto vediamo che perché esso possa sussistere deve esserci una fiducia reciproca tra due attori (il cittadino e la sua banca), e nel caso della persona che ha un piccolo conto tale fiducia da parte della banca viene a mancare.
Questa affermazione è avvalorata dal fatto che se disgraziatamente si perde il lavoro o succedono degli imprevisti (e la vita ne è piena), e il malcapitato chiede alla banca un finanziamento per far fronte a tali problemi, gli viene risposto che senza la busta paga o delle garanzie non gli si può prestare niente e si lascia così la persona in balia delle sue difficoltà e non importa se per anni è stata una persona corretta che ha sempre lavorato e pagato i suoi conti, la banca non può dare fiducia.
Naturalmente la banca deve fare profitti, non c’è dubbio, è questa la ragione della sua stessa esistenza, ma perché non dovrebbe avere fiducia di una persona che sta attraversando un momento difficile, che ha bisogno di un aiuto economico momentaneo, che è una persona corretta e quindi pagherà sicuramente il suo debito?
Ecco il senso del titolo di questo articolo: che passione! ma per i ricchi la passione è intesa come piacere, il piacere di avere un bel gruzzolo, di averlo al sicuro e di guadagnare sugli interessi; per la persona comune che vive del suo lavoro quotidiano ed ha pochi soldi in banca, il termine passione acquista il significato di sofferenza e patimento.

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