In Italia registriamo una contraddizione stridente: un consumo di suolo libero dissennato e una vera e propria emergenza alloggi per i ceti medi, medio-bassi e bassi. Nell’ultimo quindicennio abbiamo consumato più di 3.000.000 di ettari cioè una regione più grande del Lazio e dell’Abruzzo messi assieme. Dal 1950 una regione più estesa dell’intera Italia settentrionale.
In Europa siamo al primo posto con la Spagna per la produzione e consumo di cemento.
Il consumo di paesaggio a base di cemento, di asfalto e di cave non ha riscontri in Europa tranne che in Spagna.
Tutto ciò avviene con una popolazione italiana che cresce pochissimo.
Lo stock di seconde e terze case è arrivato a rappresentare 1/5 di tutte le abitazioni esistenti:
circa 6.000.000 su di un totale di quasi 29.000.000 di abitazioni.
L’Italia è negli ultimi posti a livello europeo come disponibilità di alloggi in locazione.
Una massa enorme di risparmi delle famiglie è convogliata forzosamente sull’edilizia di mercato per mancanze di valide alternative praticabili nel settore degli affitti.
Quali i possibili rimedi?
Varando leggi severe per il consumo di suolo, agevolando il recupero dell’esistente, puntare sul riuso abitativo corretto dei centri storici, sull’uso attento delle ex aree industriali dimesse e sul riutilizzo delle ex aree del demanio militare.
Nella finanziaria 2008 ci sono alcune indicazioni importanti.
La scelta è quella di investire 700.000.000 per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale che non superino il 35% del reddito degli inquilini.
La proposta però è molto generica. Non è escluso che essa porti ad una più larga speculazione immobiliare. Ad esempio nella finanziaria non si fa cenno all’obbligo di assegnare la gestione degli immobili a soggetti diversi dal costruttore.
La situazione nazionale evidentemente ha avuto riflessi anche sul piano locale e allo stesso tempo gli amministratori di Pinerolo non hanno saputo o potuto correggere la rotta.
In questi anni vi sono stati alcuni piani di edilizia convenzionata: costruzione di alloggi sociali con accordi a termine pubblico/privato che ha di fatto registrato notevoli trasferimenti di ricchezza dal pubblico e sociale al privato.
Ora a Pinerolo siamo di fronte all’emergenza alloggi sociali!!
Due sono le cose che appaiono non del tutto chiare:
1) i quasi 300 casi sociali ( persone con difficoltà economiche ) si conoscevano già nel 2003 e attendono ancora una risposta.
2) Si evidenzia ripetutamente che nella Città non ci sono più aree a disposizione nel Piano Regolatore per costruire alloggi di edilizia sociale.
L’amministrazione di conseguenza intende sfruttare una legge del 1991 ( L. 152/91 ) che consente di realizzare un programma straordinario di edilizia residenziale da concedere in parte in locazione ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato e in parte ai casi difficili.
Tutto ciò è concertato nella Conferenza dei servizi dove il ruolo della Regione diventa centrale.
Sul piano urbanistico, sempre se i finanziamenti saranno attivati, la scelta determina la trasformazione dei terreni agricoli in terreni edificabili.
“Dichiaravo in precedenti riunioni di maggioranza che forse le aree già esistevano: zona Le Macine e zona in prossimità Casello 30 ( CP7 ) ma si è deciso di percorrere un’altra strada in quanto ai soggetti attuatori non interessava affatto l’istituto dell’affitto ma quello della vendita.
A questo proposito mi domando qual’ è il soggetto guida che deve orientare la politica urbanistica nella Città!?Detto questo, credo che per non trovarci a fronteggiare future emergenze facilmente prevedibili ad esempio per gli effetti della globalizzazione, dei lavori precari, della delocalizzazione, della riduzione del potere d’acquisto e dell’aumento indiscriminato dei prezzi occorra uscire dalla logica della pianificazione e programmazione a breve termine indotta dal processo politico ed adottare una pianificazione con una prospettiva temporale più ampia per tener conto di tutti i fattori coinvolti e definire soluzioni sostenibili sotto il profilo ambientale e sociale.”
In Europa siamo al primo posto con la Spagna per la produzione e consumo di cemento.
Il consumo di paesaggio a base di cemento, di asfalto e di cave non ha riscontri in Europa tranne che in Spagna.
Tutto ciò avviene con una popolazione italiana che cresce pochissimo.
Lo stock di seconde e terze case è arrivato a rappresentare 1/5 di tutte le abitazioni esistenti:
circa 6.000.000 su di un totale di quasi 29.000.000 di abitazioni.
L’Italia è negli ultimi posti a livello europeo come disponibilità di alloggi in locazione.
Una massa enorme di risparmi delle famiglie è convogliata forzosamente sull’edilizia di mercato per mancanze di valide alternative praticabili nel settore degli affitti.
Quali i possibili rimedi?
Varando leggi severe per il consumo di suolo, agevolando il recupero dell’esistente, puntare sul riuso abitativo corretto dei centri storici, sull’uso attento delle ex aree industriali dimesse e sul riutilizzo delle ex aree del demanio militare.
Nella finanziaria 2008 ci sono alcune indicazioni importanti.
La scelta è quella di investire 700.000.000 per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale che non superino il 35% del reddito degli inquilini.
La proposta però è molto generica. Non è escluso che essa porti ad una più larga speculazione immobiliare. Ad esempio nella finanziaria non si fa cenno all’obbligo di assegnare la gestione degli immobili a soggetti diversi dal costruttore.
La situazione nazionale evidentemente ha avuto riflessi anche sul piano locale e allo stesso tempo gli amministratori di Pinerolo non hanno saputo o potuto correggere la rotta.
In questi anni vi sono stati alcuni piani di edilizia convenzionata: costruzione di alloggi sociali con accordi a termine pubblico/privato che ha di fatto registrato notevoli trasferimenti di ricchezza dal pubblico e sociale al privato.
Ora a Pinerolo siamo di fronte all’emergenza alloggi sociali!!
Due sono le cose che appaiono non del tutto chiare:
1) i quasi 300 casi sociali ( persone con difficoltà economiche ) si conoscevano già nel 2003 e attendono ancora una risposta.
2) Si evidenzia ripetutamente che nella Città non ci sono più aree a disposizione nel Piano Regolatore per costruire alloggi di edilizia sociale.
L’amministrazione di conseguenza intende sfruttare una legge del 1991 ( L. 152/91 ) che consente di realizzare un programma straordinario di edilizia residenziale da concedere in parte in locazione ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato e in parte ai casi difficili.
Tutto ciò è concertato nella Conferenza dei servizi dove il ruolo della Regione diventa centrale.
Sul piano urbanistico, sempre se i finanziamenti saranno attivati, la scelta determina la trasformazione dei terreni agricoli in terreni edificabili.
“Dichiaravo in precedenti riunioni di maggioranza che forse le aree già esistevano: zona Le Macine e zona in prossimità Casello 30 ( CP7 ) ma si è deciso di percorrere un’altra strada in quanto ai soggetti attuatori non interessava affatto l’istituto dell’affitto ma quello della vendita.
A questo proposito mi domando qual’ è il soggetto guida che deve orientare la politica urbanistica nella Città!?Detto questo, credo che per non trovarci a fronteggiare future emergenze facilmente prevedibili ad esempio per gli effetti della globalizzazione, dei lavori precari, della delocalizzazione, della riduzione del potere d’acquisto e dell’aumento indiscriminato dei prezzi occorra uscire dalla logica della pianificazione e programmazione a breve termine indotta dal processo politico ed adottare una pianificazione con una prospettiva temporale più ampia per tener conto di tutti i fattori coinvolti e definire soluzioni sostenibili sotto il profilo ambientale e sociale.”
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