Nella data fatidica del 24 novembre si è giunti all’epilogo di una vicenda che è andata avanti da oltre due anni di inutili discussioni, di soldi sprecati, di scarsa responsabilità degli enti preposti alla gestione dei rifiuti in provincia di Torino e in particolare nel Bacino Acea ( comprende 47 comuni ).
All’ordine del giorno del Consiglio Comunale, convocato per giungere ad una soluzione sulla discarica, c’erano 3 mozioni:
1) quella dei 500 cittadini che ribadiva il no all’ampliamento;
2) quella proposta dal gruppo dei Verdi ( sottoscritta da me e Marco Gaido ) che riprendeva la proposta d’accordo del Comitato delle Macine di S. Lazzaro;
3) quella dell’amministrazione sottoscritta dalla maggioranza trasversale dei gruppi consiliari e cioè dal PD, dal Gruppo della Sinistra, dai Ds ( Loris Forgia ), da Forza Italia, dalla Lista Bolla e da A.N.( Passerò ) .
Come è evidente è passata con una forte maggioranza l’ultima mozione. Cosa contiene?
Per farla breve, sono previste opere di compensazione ed indennizzi a beneficio della popolazione delle aree che da lunghi anni convivono con l’impianto e, la chiusura della discarica, entro il 31/12/2012 con possibilità di proroga per altri due anni ( 31/12/2014 ) sulla base di valutazioni tecnico-economiche di competenza di Acea S.p.a.
La rottura fra Comitato e Istituzione si è manifestata nei seguenti punti:
il comitato chiedeva con forza quale termine ultimo di chiusura il 31/12/2012 mentre l’altra parte ha dato il via libera alla proroga di 2 anni.
Il comitato chiedeva che nella discarica si vietassero i conferimenti da altri bacini. La terza mozione non dice nulla al riguardo.
Il comitato chiedeva a gran voce un comitato di vigilanza composto anche da rappresentanti dello stesso. A questo ha posto rimedio la provincia con una lettera letta pubblicamente dal Sindaco dove si riconosceva il ruolo del Comitato come uno degli attori principali della concertazione.
Personalmente condivo le preoccupazioni del Comitato e le loro richieste.
Il Sindaco e l’Acea S.p.a affermano che la chiusura al 31/12/2012 non è sostenibile economicamente.
Ho già dichiarato in Consiglio che non trovo giusto anteporre la questione economica ai disagi dei cittadini. Tra l’altro è vero che nella mozione è stato fissato il termine della proroga ma non mi è del tutto chiaro cosa significhi la valutazione tecnico-economica dell’azienda. Se l’Acea alla scadenza della proroga rivelasse che è antieconomico chiuderla? Tocca veramente all’impresa decidere se, come e quando chiuderla?
L’Ato rifiuti ha posto come condizione per l’ampliamento la chiusura al 31/12/2012. Ricordo che l’Ato è l’ente operativo della Provincia che decide sullo smaltimento dei rifiuti e quindi è evidente la sua competenza in materia discarica.
Per concludere credo che da questa storia il Comitato non ne esca indebolito ma, piuttosto rafforzato, perché è riuscito a farsi sentire, a diventare protagonista nella conferenza dei servizi ( tavolo istituzionale dove saranno presenti enti sovracomunali ) e ha posto l’attenzione su una questione importante per tutta la Città.
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