Un quarto dei DS ha deciso di non entrare a far parte del costituendo Partito democratico. Un partito unico che, a detta dei vertici politici, aspira a raggiungere il 30% o forse più dei consensi anche se gli attuali sondaggi gli riconoscono una percentuale che oscilla intorno al 25%-26%.
Nato dall’accorpamento fra maggioranza Ds e tutta la Margherita sembra essersi caratterizzato, già nelle fasi iniziali, da scelte e procedure calate dall’alto o meglio dagli apparati verticistici dei due gruppi politici. Diverse personalità politiche parlano di contenitore elettorale sorto come polo attrattore di voti trascurando i contenuti qualificanti la nuova formazione. Emergono poi, sia prima che dopo i due congressi, contraddizioni evidenti tra le due forze non di facile mediazione relativamente ai temi della laicità, del lavoro, della collocazione europea e internazionale, della rappresentanza, etc….
La sinistra DS non riconoscendosi all’interno della nuova formazione ha dato vita ad un
nuovo movimento politico chiamato Sinistra democratica per il socialismo europeo. La nascita è avvenuta il 5 Maggio al Pala Congressi a Roma. Si è aperta, cosi’ una nuova speranza a sinistra.
E’ bene sottolineare che si tratta di movimento, un’energia aggregante che si associa ad altre per unirsi e colmare un vuoto, non di un altro partitino.
Un movimento della società civile vera, non strutturato rigidamente, che vuole provare a costruire il futuro senza delegare ad altri, che attende una sinistra nuova, plurale, autonoma, critica, larga e di governo, che è al servizio della Sinistra e ha il dovere di provare ad unificare tutte le forze che sono fuori dal P.D . Non si parte dalle formule o dai contenitori. C’e’bisogno di confrontare idee e prospettive, di produrre pensiero, di costruire pratiche politiche comuni.
Il cammino dalla speranza all’etica della responsabilità passa, necessariamente, dentro un laboratorio di contenuti: la rappresentanza politica e sociale dei lavoratori, la responsabilità sociale dell’impresa, la sfida ambientale, la riconversione ecologica del Sistema Paese, la questione morale, la laicita’sui cui si deve fondare un moderno stato contemporaneo, la globalizzazione con un volto più umano non piegata alle regole del neoliberismo e delle ingiustizie, la parità sostanziale e non solo formale di genere, il ricambio generazionale nell’ambito politico, la partecipazione attiva e continuativa dei cittadini alla politica, la lotta alla povertà, il disarmo, la costruzione di una “pace preventiva”.
Nell’ambito di una scala valoriale occorre proseguire, senza gerarchie e in un reciproco ascolto, abbandonando un po’ l’orgoglio dei singoli partiti, a forme di scambio e di elaborazioni comuni portando la discussione fuori dal Palazzo per costruire insieme una nuova storia. Una consultazione obbligatoria e vincolante sulle questioni importanti che diventa una base fondante del percorso comune.
Insomma un processo che deve aggregare ed estendersi, essere popolare e ambizioso.
Gli scenari probabili possono seguire, in estrema sintesi, due strade:
la costituzione di una federazione dove ogni partito mantiene la propria identità oppure il progetto di un partito unitario.
Entrambe le soluzioni comunque semplificano il quadro politico, sottoposto ad una persistente frammentazione partitica.
Un disegno unitario, un programma comune che aiuti in ultima analisi la “gauche italiana” e l’intera Unione a governare bene il Paese.
2 commenti:
grande pino..finalmente ti sei tecnologizzato...adesso ti kiamiamo webconsigliere!
Personalmente non mi sento di riporre eccessiva speranza in Sinistra Democratica, nuova formazione (un'altra?) del tutto priva di una chiara linea programmatica, nata esclusivamente come reazione al progetto Partito Democratico portato avanti da DS e DL. Trovo poi paradossale il fatto che colui -Achille Occhetto- che alla caduta del Muro ebbe il coraggio di avviare il cammino verso il PD (fondando il PDs appunto) ostracizzi la naturale evoluzione di quella sua lungimirante intuizione, ritrovandosi oggi con coloro (Rifondazione e C.) che vent'anni fa lo boicottarono dando luogo a una dura scissione.
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